domenica 28 marzo 2010

Per poter vendere bisogna aver comprato (prima puntata)


Lettura interessantissima su come lavorava Schiaparelli.
Ecco la prima parte della risposta ufficiale che Schiaparelli diede nel 1907 ad un’inchiesta, lanciata dalla "Rivista di filosofia e scienze affini", circa il metodo del lavoro intellettuale.
Ad interpellare Schiaparelli era stato Alessandro Levi, professore di Filosofia del diritto all’Università di Ferrara.

Tan m’abellis vostre cortes deman
ch’ieu non me puesc nim voil a vos cobrire;
non perché io creda di poterle offrire particolari gustosi o notizie insolite, ma perché la sua lettera cortese vuole contraccambio cortese, risponderò il meglio che posso alle sue domande.
Anzitutto debbo notare che il mio lavoro non è mai stato tutto di una qualità.
Io lo distinguo in attivo, che produce qualche cosa, come osservazioni, calcoli, composizione di memorie scientifiche, corrispondenza ufficiale, correzione di bozze, relazioni, ecc.; e in lavoro passivo, che serve di preparazione al primo, e si risolve principalmente in lettura o studio di libri e di periodici scientifici, perché anche in astronomia, come in tante altre cose, per poter vendere bisogna aver comprato.
Parlando poi in modo generale mi sembra, che il tempo del mio lavoro quotidiano sia stato diviso (come ancora è) in parti uguali fra queste due categorie. Ed aggiungo subito, che il lavoro attivo mi stanca assai piugrave; del passivo, e più specialmente mi stanca quello che ho sempre fatto malvolentieri, per esempio la corrispondenza ufficiale, la revisione delle bozze, la relazione su libri e manoscritti di poco merito. L’osservazione astronomica è sempre stata per me un’occupazione gratissima, specialmente quando mi è avvenuto di trovare qualche cosa di nuovo. I calcoli non sono ingrati quando riescono a dovere, ma è una grande disperazione quando si trova, dopo una o più settimane di numeri, che tutto è sbagliato, e conviene ricominciare da capo.
La composizione di memorie è faticosa per l’attenzione sostenuta che richiede, specialmente a me, cui manca il dono del dir bene improvviso; dà però molta soddisfazione, quando, anche dopo molte cancellature, si riesce a esprimere chiaramente e in propri termini il pensiero che si ha in capo; e soprattutto quando si può annunziare qualche piccola novità."

Fine della prima puntata. Continua…

Crediti: Biblioteca dell’Osservatorio Astronomico di Brera, Giovanni Schiaparelli, Le più belle pagine di astronomia popolare, Milano, Hoepli, 1925.
Immagine: Roque de los Muchachos Oservatory - Crediti:
APOD 19 agosto 2002
- Nik Szymanek (ING), IAC, ENO.

lunedì 22 marzo 2010

Problemi e distrazioni in cupola

Dal Giornale di osservazioni al refrattore di Merz:


Collaboratori inefficienti…
Dopo molta neve e pessimo tempo si ebbe una sera bellissima, della quale però ho potuto profittar poco in grazia dell’inserviente Angelo Bordogna: egli si dimenticò di metter olio nella lampada di osservazione.
25 febbraio 1875

Cominciai a impazientarmi coll’orologio che trovai 27 minuti indietro rispetto al tempo siderale; evidentemente la persona incaricata degli orologi non si ricordò di montarlo a tempo.
3 marzo 1875

Tempo infelice…
Dopo una giornata in apparenza bellissima si ebbe una sera da principio serena, ma con immagini orrende, le quali fecero presagire il temporale che verso le otto e mezzo si annunciò. Feci una sola e cattiva misura.
13 aprile 1875

Tutti i giorni passati tempo diabolico.
1 luglio 1876

Astrofili…
In prima sera, bello; poi impedimento per parte del signor Newman che vuole esercitarsi nell’astronomia ed al quale ho dovuto preparare l’occorrente. Intanto il cielo si fa spesso e le stelle piccole non si vedono più sebben le immagini siano superbe. Dopo, devo attendere allo scambio dei segnali per la longitudine. Mentre questi si fanno, il cielo si rannuvola e dopo posso fare qualche misura. Ma alle due e mezzo dopo mezzanotte devo abbandonar l’istrumento per cercar un po' di riposo.
6 maggio 1875

Astronomi…
Ieri è arrivato Otto Struve e si è molto discusso delle stelle doppie. Oggi di nuovo. Poi dietro avviso telegrafico si ottenne anche la venuta di Dembowski e si passarono insieme alcune ore molto liete.


Occhiali…
Essendosi per disgrazia guastati gli occhiali che avevo finora usato nelle misure e avendone adottao un paio di nuovi, mi par di vedere meno bene nel cercatore meglio nel cannocchiale.
22 maggio 1875

Musica…
Stelle rotonde cielo trasparentissimo; l’aria però si corruppe presto e al gran caldo successe un temporale violento, il quale fece penetrare alcune gocce d’acqua nella cupola. Un vicino mi divertì tutta la sera col suo pianoforte.
23 maggio 1875

Sedia…
Osservazioni piuttosto incomode, la sedia ordinaria essendo stata portata via dal falegname per accomodarla.
25 maggio 1875 (la sedia viene riportata sei giorni dopo)

Zia Francesca…
Le prime ore di stasera, che sarebbero state così importanti dopo i disturbi dei giorni scorsi, le ho dovute impiegare a mostrar Marte, Giove e Saturno alla zia Francesca e a suo figlio. Fortunatamente non durò molto e potei ancora fare un disegno di Marte.
30 settembre 1877

Strumento rotto…
Dopo avere incominciato bene il lavoro, ecco che l’orologio rifiuta di movere oltre il cannocchiale. La corda che sopporta i due pesi motori non aderisce più ad una delle due carrucole e il peso grande cade a terra! Così ho dovuto chiuder bottega prima del tempo.
19 agosto 1875

Crediti immagini:
INAF-Osservatorio Astronomico di Brera, Archivio storico, Fondo G. V. Schiaparelli, cart. 403 fasc. 1

domenica 14 marzo 2010

Come tutto è cominciato

"Nacqui in Savigliano, addì 14 marzo 1835, da Antonino Schiaparelli e da Caterina Schiaparelli, entrambi nativi di Occhieppo Inferiore, presso Biella, cugini di terzo grado e discendenti da un medesimo capostipite. La loro dimora era in Savigliano, dove, da parecchi secoli, i loro antenati esercitavano la professione di fornaciai di mattoni e di tegole, e, partecipando in generosa misura alle fatiche di alcuni loro operai, conducevano una dura, ma onorata esistenza.
Non era però un uomo volgare mio Padre! Gran parte delle domeniche e molte giornate dell’inverno, quando la fornace taceva, egli consacrava ad assidue letture; aveva un’alta idea dell’utilità della cultura intellettuale e della nobiltà degli studi. Ricordo che da lui ebbi la prima lezione di Astronomia.


In una notte serena del tardo autunno 1839, egli tornava a casa, dopo aver regolato i fuochi della fornace; io aveva ottenuto di poterlo accompagnare in quella passeggiata notturna. L’ora era tardissima, il buio completo, ed io andava sonnolento, incespicando ad ogni passo.
Allora egli mi prese in braccio e, per tenermi desto, cominciò a spiegarmi le costellazioni. Così, da bimbo di quattro anni, imparai a conoscere le Pleiadi, il Carro piccolo, il Carro grande e la Via Lattea, ch’egli chiamava la "Strada di San Giacomo".
Così d’un tratto si spiccò una stella cadente; poi un’altra; poi un’altra ancora. Alla mia domanda di cosa fossero, egli rispose che queste cose le sapeva solo Domeneddio.

Io tacqui ed un confuso sentimento di cose immense e di cose adorabili si impadronì di me. Già allora, come più tardi, la mia immaginazione era fortemente colpita da tutto ciò che è grande, così nello spazio come nel tempo."

G.V. Schiaparelli, Lettera a Onorato Roux, 29 aprile 1907








Savigliano: la casa natale di Schiaparelli (l’ultima visibile sulla via) e la chiesa di San Pietro, dove egli venne battezzato.

Crediti immagini:

The Milky Road - Immagine da APOD/NASA - by Larry Landolfi;
INAF-Osservatorio Astronomico di Brera, Archivio storico