lunedì 31 maggio 2010

Armonie in cielo e in terra


Da casa (Milano), 18 agosto 1861

Egregio signore, Ella ha voluto, col viglietto di ieri, colmarmi di gentilezze. Mi affretto quindi a risponderle che il suono del gravicembalo, non solo non darà alla mia famiglia molestia alcuna, ma riuscirà per noi tutti di caro ricreamento. Del resto è ben giusto che chi deve, come lei, comtemplare le armonie del cielo abbia poi anche il diritto di ricrearsi colle armonie della terra; e di queste armonie ne abbiamo bisogno noi tutti. Coi più cordiali rispetti, mi abbia sempre pel suo devotissimo Giuseppe Sacchi


Giuseppe Sacchi (1804-1891), il vicino di casa di Schiaparelli, era un noto pedagogista milanese, promotore della costruzione di alcuni asili e impegnato nell’assistenza agli ex carcerati ed ai bambini malati di rachitismo.

Lettera di G. Sacchi a G. V. Schiaparelli, Archivio storico dell’Osservatorio astronomico di Brera, Corrispondenza Scientifica, cart. 140

Crediti immagine: Venere, Mercurio e la Luna - APOD 22 aprile 2010 - Pete Lawrence (Digital-Astronomy)

lunedì 24 maggio 2010

SCENE DI VITA QUOTIDIANA


Al Signor Antonino Schiaparelli, a Savigliano.
4 dicembre 1856, Torino

Carissimi Genitori,
quest’oggi finalmente Eugenio (il fratello n.d.r.) entra nel Collegio delle Province, ed io stesso sono andato a presentarlo al Teologo Testa che fa le veci.
Stamattina qui ha nevicato alquanto, e il freddo si è fatto più stringente del solito. Se avete intenzione di mandarmi la legna, bisogna che mi avvisiate dell’ora in cui arriverà, affinchè io possa esser presente per ritirarla. Sarà bene che non arrivi prima di mezzodì. Questa legna sia segata e munita di una bestevole proporzione di fascine e cannelli.
Se per caso non me la poteste mandare, fatemi avisato, affinchè io possa provvedermi altrimenti.
Del resto tutto va bene.

Immagine: Il telescopio Ruths sotto la neve. Osservatorio Astronomico di Brera sede di Merate. Crediti: OAB

lunedì 17 maggio 2010

Soldi, guerra e scienza

“Il pianeta Marte e i moderni telescopi” apparve nel 1878 sulla rivista Nuova Antologia. Schiaparelli conclude così:

“Come si vede non manca all’astronomia la materia di nuove scoperte e di nuovi trionfi. Manca piuttosto ad essa un sufficiente numero di cultori armati con istrumenti atti alla risoluzione dei più ardi problemi.

I grandio telescopi di cui sopra si è parlato, sono, e per qualche tempo saranno ancora, molto rari a cagione del loro costo, che si novera per centinaia di mila lire.

La moltiplicazione di questi e di altri simili dispendiosi apparati scientifici avverrà soltanto quando le nazioni, cessando dallo sprecare il meglio delle loro forze nel nuocersi reciprocamente, potranno occuparsi alquanto della loro felicità e del loro perfezionamento. Allora forse sentiremo parlare un po’ meno di Amstrong e Krupp, e un poco più di Merz, di Cooke e di Alvan Clark.”


lunedì 10 maggio 2010

L’evoluzione secondo Schiaparelli

Ospitiamo questa settimana un intervento di Elena Canadelli, ricercatrice di Storia della Scienza all’Università di Milano-Bicocca, curatrice della recente ristampa del libro che Schiaparelli dedicò all’evoluzione.

Ebbene sì, tra i numerosi argomenti affrontati da Schiaparelli c’è anche la teoria dell’evoluzione. Sul finire della carriera l’astronomo affiancò le sue passioni di sempre per Marte e le lingue antiche con una riflessione sul mondo degli esseri viventi. In un colloquio a distanza con le opere di Charles Darwin, Schiaparelli affrontò punto per punto, con un’ottica da matematico, i temi cardine messi in gioco dall’evoluzionismo, arrivando a formulare una propria teoria, da lui definita dell’evoluzione regolata o per tipi fissi. Il caso, che giocava un ruolo importante nella teoria darwiniana, lasciava il posto a un rigoroso e immutabile ordine matematico: sì all’evoluzione, dunque, ma solo se regolata da leggi inviolabili e necessarie.

Le riflessioni di Schiaparelli confluirono in un saggio di un centinaio di pagine dense e concise dal titolo Forme organiche naturali e forme geometriche pure. Studio comparativo; titolo forse un po’ complicato, ma non per questo meno suggestivo. Questo lavoro originale e poco conosciuto fu pubblicato nel 1898 dalla casa editrice Hoepli all’interno della raccolta di saggi Peregrinazioni antropologiche e fisiche dell’amico antropologo Tito Vignoli. Il saggio non mancò di suscitare discussioni e polemiche, che coinvolsero i principali matematici e biologi italiani. Per questi ultimi infatti era difficile vedere il multiforme mondo dei viventi ridotto a sole equazioni e curve algebriche. Il saggio di Schiaparelli è stato recentemente ristampato con una prefazione da me curata nella collana Ars et Labor dell’editore Lampi di stampa, scaricabile gratuitamente anche on-line sul sito www.milanocittadellescienze.it. Buona lettura!

Elena Canadelli


lunedì 3 maggio 2010

Per poter vendere bisogna aver comprato (terza e ultima puntata)


Con questo brano termina la pubblicazione della lettera di Schiaparelli sul metodo del lavoro intellettuale scritta nel 1907 per la "Rivista di filosofia e scienze affini"


“Il lavoro dell’astronomo consiste per lo più nel fare osservazioni, nel calcolarle, e nel riferirne il risultato.

Ciò si fa d’ordinario con brevi scritti, soltanto le lunghe serie di osservazioni richiedono grossi volumi, che in tal caso sono pieni di numeri. Detto chiaramente e semplicemente quello che si è trovato, non occorrono forzi di eloquenza nè genio letterario speciale. Quando uno ha buona salute e sa bene quello che deve dire, ha tutto l’occorrente per questo genere di composizioni. Allora tutti i giorni sono ugualmente buoni, e non occorre aspettare l’ispirazione della Musa, ottimo pretesto alla pigrizia dei poeti e degli artisti.

Qualche volta nel cervello mi nasce improvvisa un’idea che par nuova, e che si va quasi involontariamente elaborando, finchè la afferro di proposito e studiandovi sopra, ne traggo materia di qualche scritto. In questi casi cerco di sbrigarmene il più presto possibile, battendo il ferro mentre è caldo. Ciò ha il suo vantaggio ma ha pure l’inconveniente di condurre a parti poco maturi.

Ecco quello che Le posso dire sul proposto argomento.

Memoria poca, genio nessuno, molta pazienza e infinita curiosità di saper tutto. Questo è press’a poco il mio ritratto intellettuale.”


Giovanni Schiaparelli


Fine