“Il grande interesse con cui si aspettano dal pubblico le notizie degli astronomi su ciò che accade nel pianeta Marte dipende dal ben naturale desiderio di sapere se esso è abitato da esseri intelligenti o almeno dotati di vita organica, animale od anche solo vegetale.”
Queste parole ci presentano il Nostro nella sua veste di divulgatore. Infatti, accanto alle sette Memorie su Marte pubblicate per l’Accademia dei Lincei e destinate agli scienziati, egli diede alle stampe anche alcuni articoli rivolti a un ampio pubblico.
Essi apparvero su riviste di larga diffusione dove venivano avidamente letti da un gran numero di non specialisti, per i quali l’interesse maggiore era proprio rappresentato dalla eventuale presenza di vita sul pianeta.
In questi scritti Schiaparelli sale sull’Ippogrifo della fantasia e si abbandona a considerazioni che mai avrebbero potuto trovare spazio in un contesto accademico.
Eccone una piccola ma interessante selezione:
“Marte dev’essere certamente il paradiso degli idraulici!
E passando ad un ordine più elevato d’idee, interessante sarà ricercare qual forma d’ordinamento sociale sia più conveniente ad un tale stato di cose, quale abbiamo descritto, se l’intreccio, anzi la comunità d’interessi, onde son fra loro inevitabilmente legati gli abitanti d’ogni valle, non rendano qui assai più pratica e più opportuna, che sulla Terra non sia, l’istituzione del socialismo collettivo, formando di ciascuna valle e dei suoi abitanti qualche cosa di simile ad un colossale falanstero per cui Marte potrebbe diventare anche il paradiso dei socialisti (…)
Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l’ulteriore considerazione. Io scendo dall’Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata”.
Da La vita sul pianeta Marte. Estratto dalla rivista “Natura ed Arte”, novembre 1895.
“Dobbiamo anche confidare un poco in ciò, che Galileo chiamava la cortesia della Natura, in grazia della quale talvolta da parte inaspettata sorge un raggio di luce ad illuminare argomenti prima creduti inaccessibili alle nostre speculazioni; di che un bell’esempio abbiamo nella chimica celeste. Speriamo adunque, e studiamo.”
Da Il pianeta Marte. Estratto dalla rivista “Natura ed Arte”, febbraio 1893.
“Lo studio di tutti questi enigmi è appena cominciato; nulla ancora vi ha di certo sui principi a cui si dovrà appoggiare una razionale interpretazione dei medesimi. Tutto dipenderà dai progressi che farà nei prossimi anni la rappresentazione fotografica di Marte.”
Da Il pianeta Marte. Estratto dalla rivista “Natura ed Arte”, dicembre 1909.
“Come si vede non manca all’astronomia la materia di nuove scoperte e di nuovi trionfi. Manca piuttosto ad essa un sufficiente numero di cultori armati con istrumenti atti alla risoluzione dei più ardui problemi.
I grandi telescopi di cui sopra si è parlato, sono, e per qualche tempo saranno ancora, molto rari a cagione del loro costo, che si novera per centinaia di mila lire.
La moltiplicazione di questi e di altri simili dispendiosi apparati scientifici avverrà soltanto quando le nazioni, cessando dallo sprecare il meglio delle loro forze nel nuocersi reciprocamente, potranno occuparsi alquanto della loro felicità e del loro perfezionamento. Allora forse sentiremo parlare un po’ meno di Amstrong e Krupp, e un poco più di Merz, di Cooke e di Alvan Clark.”
Da Il pianeta Marte e i moderni telescopi. Estratto dalla rivista “Nuova Antologia”, 1878.
Crediti: Archivio storico e Biblioteca dell’Osservatorio astronomico di Brera
Crediti immagini:
APOD 18 luglio 2001 -
APOD 15 maggio 2006