domenica 29 agosto 2010
Calze, camicie, frack e bottoni sullo sfondo del trattato di Parigi
29 aprile 1856
Carissimi genitori,
vi scrivo affinchè colla cassetta ci mandiate alcune cose che ci occorrono.
Primieramente degli asciugamani dei quali siamo affatto senza. Dei calzetti e delle camicie in abbondanza dovendo tutti i giorni prendere un bagnato di sudore e star non meno di cinque ore al sole con quelli dell’Istituto tecnico.
Il pestare i prati e i campi ha fatto sì che ho stracciato le mie scarpe migliori: vi prego dunque di farmene fare, altrimenti sarò obbligato a comperarmene qui.
Similmente il fracco ha i bottoni guasti perchè non sono altro che una ruota di legno vestita di seta. fate il piacere di mandarne 3 o 4 che possa mettere in luogo di quelli che non servono più. Il loro diametro è quello del circolo qui vicino, affinchè sappiate di qual grandezza vanno.
Tutti stanno bene.
Ieri si è pubblicato il Trattato di Pace. I Piemontesi si grattano.
vostro affezionato figlio Giovanni Virginio
P.S. Il Congresso di Parigi, che si concluse con la firma del Trattato omonimo, si tenne tra febbraio e aprile 1856, atto conclusivo della Guerra di Crimea. Il conte di Cavour sedette al tavolo delle trattative come rappresentante del Regno Sabaudo; non ottenne vantaggi territoriali ma portò per la prima volta all’attenzione internazionale la situazione dell’Italia oppressa dall’Austria.
Crediti: Archivio Storico dell’Osservatorio astronomico di Brera, Fondo G. V. Schiaparelli.
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Un 29 aprile di qualche anno dopo Schiaparelli avrebbe disegnato un altro circoletto e stavolta sarebbe stato l'asteroide Esperia, non un bottone!
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