martedì 10 agosto 2010
CI SIAMO: LE STELLE CADENTI!!!
Giovanni Schiaparelli, nato nel 1835 e morto nel 1910, e Giovanni Pascoli, nato nel 1855 e morto nel 1912: non si sono mai incontrati (per quel che ne sappiamo finora…) ma le loro vite, per buona parte, hanno coinciso. E anche le stelle cadenti, in qualche modo, “appartengono” ad entrambi: il primo ne ha fornito la spiegazione scientifica, il secondo le ha raccontate con parole che tutti portiamo nel cuore.
PRIMA LO SCIENZIATO…
"Ma per lo più sembra che i pezzi distaccati dal nucleo principale [di una cometa] siano minutissimi e numerosissimi, ch’esso si vada disfacendo per esempio a quel modo che fa un pezzo di sale gettato sul fuoco, che si risolve in scintille piccolissime e numerosissime. In questo caso si forma lungo la strada percorsa dal nucleo una specie di corrente o di processione di corpuscoli, che finisce col tempo per occupare in parte od anche tutta l’orbita della cometa, muovendosi lungo quella. Molte comete, se non tutte, hanno formato lungo il loro corso un simile codazzo: e gli intervalli planetari sono popolati di questi corpuscoli risultanti dallo sfasciamento parziale delle comete. Quando la Terra, nel suo giro annuo, attraversa una di tali processioni, incontra una parte di quei corpuscoli, ciascuno dei quali, infiammandosi a contatto dell’atmosfera terreste, vi brucia e vi si perde dopo brevissimo tempo, formando così ciò che si chiama una stella cadente.
Le stelle cadenti sono dunque nient’altro che particelle minute di corpi planetari abbandonate nello spazio celeste, e raccolte successivamente dalla Terra nell’annuale suo giro."
Giovanni Schiaparelli, La cometa del 1882, 1883
E POI IL POETA
San Lorenzo , io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto :
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono ;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!
Giovanni Pascoli, X agosto, 1891
Buone stelle cadenti e buon Ferragosto da tutti noi del Blog con questa canzone!
Per vedere il video di youtube devi avere Flash Player 10.
Crediti & Copyright: Alex Tudorica, Romanian Society for Meteors and Astronomy
Faculty of Physics, Bucharest University - APOD 11 settembre 2008
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