Con questo brano termina la pubblicazione della lettera di Schiaparelli sul metodo del lavoro intellettuale scritta nel 1907 per la "Rivista di filosofia e scienze affini"
“Il lavoro dell’astronomo consiste per lo più nel fare osservazioni, nel calcolarle, e nel riferirne il risultato.
Ciò si fa d’ordinario con brevi scritti, soltanto le lunghe serie di osservazioni richiedono grossi volumi, che in tal caso sono pieni di numeri. Detto chiaramente e semplicemente quello che si è trovato, non occorrono forzi di eloquenza nè genio letterario speciale. Quando uno ha buona salute e sa bene quello che deve dire, ha tutto l’occorrente per questo genere di composizioni. Allora tutti i giorni sono ugualmente buoni, e non occorre aspettare l’ispirazione della Musa, ottimo pretesto alla pigrizia dei poeti e degli artisti.
Qualche volta nel cervello mi nasce improvvisa un’idea che par nuova, e che si va quasi involontariamente elaborando, finchè la afferro di proposito e studiandovi sopra, ne traggo materia di qualche scritto. In questi casi cerco di sbrigarmene il più presto possibile, battendo il ferro mentre è caldo. Ciò ha il suo vantaggio ma ha pure l’inconveniente di condurre a parti poco maturi.
Ecco quello che Le posso dire sul proposto argomento.
Memoria poca, genio nessuno, molta pazienza e infinita curiosità di saper tutto. Questo è press’a poco il mio ritratto intellettuale.”
Giovanni Schiaparelli
Fine
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