martedì 26 ottobre 2010

Nuova vita per il grande Merz


Ecco un’altra iniziativa dell’Anno Schiaparelliano: il restauro dei disegni originali del "Merz grande" (come è conosciuto qui in Osservatorio), ovvero il secondo telescopio utilizzato da Schiaparelli.
Lo strumento, un rifrattore equatoriale Merz-Repsold acquistato dal Governo italiano nel 1878, era dotato di un obiettivo dal diametro di 49 cm e aveva lunghezza focale di quasi 7 m; esso entrò in funzione a Brera nel 1886.
Il telescopio ebbe alterne vicende, che si conclusero con il suo trasferimento a Merate, dove ora si trova in attesa di restauro.
Nell’archivio dell’Osservatorio sono conservati gli schemi costruttivi dello strumento: cinque disegni su carta da lucido, strettamente arrotolati, impossibili da aprire senza romperli.
La scorsa settimana la restauratrice Viviana Molinari ha prelevato i disegni per procedere al loro restauro e per poterli poi, finalmente, consultare.

Per gli interessati, ecco qualche dettaglio tecnico:
  • Pulitura a secco dei supporti con pennelli e gomme morbide prestando particolare attenzione a non cancellare le annotazioni a matita.
  • Test di solubilità degli inchiostri manoscritti. Tale operazione permetterà di valutare la tenuta degli inchiostri e di operare conseguentemente dosando l’umidità da utilizzare nelle fasi successive.
  • Umidificazione per capillarità con Gore-Tex per ammorbidire i supporti e per attenuare le ondulazioni e le pieghe più evidenti. L’utilizzo del Gore-Tex permetterà di effettuare anche un blando lavaggio per filtrazione per trasportare lo sporco più persistente.
  • Spianamento delle planimetrie tra tessuti non tessuti e carte assorbenti sotto peso sino a completa asciugatura.
  • Rammendo lacune e strappi con veli e carte giapponesi di idonea grammatura e Tylose al 5%.
  • Integrazione cromatica delle lacune con acquerelli Winsor & Newton e matite Faber-Castell.

Alla fine i disegni non verranno più arrotolati, ma conservati distesi.

Il loro ritorno è previsto per l’inizio del prossimo anno

Immagine: Viviana Molinari con i disegni del telescopio in partenza per il restauro.

martedì 19 ottobre 2010

O tempora! O mores!





Per non essere fatto Senatore

Lettera di G. V. Schiaparelli a Paolo Boselli, Ministro della Pubblica Istruzione, 27 gennaio 1889:

“In una lista ipotetica dei nuovi Senatori, pubblicata dai giornali di quest’oggi, trovo il nome di Schiaparelli. Oltre a me vi sono in Italia diverse persone che portano questo nome e che avrebbero titoli sufficienti alla dignità senatoriale, e se ad alcuna di queste persone si riferisce la nomina in discussione non vi è altro da dire: Vostra Eccellenza può buttar via questa lettera che non ha in tal caso alcun scopo.
I segni di alta benevolenza di cui in altra occasione Vostra Eccellenza ha voluto onorarmi potrebbero tuttavia rendere in qualche modo meno ardita la supposizione che si trattasse del mio povero individuo. Se così fosse veramente la mia riconoscenza verso l’Eccellenza Vostra non avrebbe limiti. Nondimeno dovrei pregarla insistentemente e con tutte le forze di cui sono capace di cancellare quel nome dalla lista e di non farne nulla.
Non è che io non apprezzi come conviene un onore, che è forse la più alta distinzione che la patria possa offrire a quelli che la servono; non è neppure un atto di falsa modestia, che potrebbe anzi interpretarsi come derivante da smisurato orgoglio. Né l’una né l’altra cosa, Eccellenza!
Io non voglio esser Senatore perché non posso adempire ai doveri inerenti a sì elevata dignità. Io non ho la più piccola idea di argomenti politici e amministrativi. Io non posso adattarmi ai lunghi e frequenti viaggi di ferrovia, e nulla valgo nelle discussioni. Io non potrei mai andare al Senato e non sarei quindi un Senatore affatto inutile.
Già ho il dispiacere e il rimorso di essere stato messo per forza nel Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, alle cui sedute mi è impossibile di assistere e dove sono un membro affatto ozioso.
Se vuole che io faccia qualcosa pel mio Paese mi conceda di non allontanarmi dalla Specola. Qui vi è un grande telescopio che ha costato alla Nazione una grossa somma e che io sono tenuto a far fruttare per la scienza e per l’onore del nostro Paese. Uomini egregi per accrescere lustro al Senato non mancano in Italia: the right man in the right place!
Voglia scusare l’arditezza di questa lettera, la quale forse del resto può essere perfettamente inutile, se si tratta di pensare da me diversamente.
E mi avrà sempre obbediente a tutti i suoi ordini nelle cose che non sovrastano i limiti delle mie forze.
Dell’Eccellenza Vostra devotissimo
G. V. Schiaparelli”.

Schiaparelli si recò a Roma a prestare giuramento in Senato solo dieci anni dopo, il 18 novembre 1898.


Credits: Archivio storico dell’Osservatorio astronomico di Brera, Corrispondenza Scientifica

martedì 12 ottobre 2010

La notte


Certo è che la città, in mezzo alla quale la Specola si trova, si estende rapidamente da tutte le parti: il fumo del carbone rende l’atmosfera sempre più opaca, e l’abuso della luce elettrica comincia a toglier molto dell’oscurità della notte.

G. V. Schiaparelli, Materiali per una cronaca dell'Osservatorio di Brera, 1893

Crediti: Fotografia di Mario Carpino scattata dai tetti dell’Osservatorio nel marzo 2010

domenica 3 ottobre 2010

Il giorno


Il far nulla è sempre stato per me un supplizio: fino al 65° anno il mio divertimento principale fu nel far lunghe passeggiate. Più tardi queste diminuirono, ed ora quando sono in città non esco più. Il rumore della città mi fa male e le strade di Milano sono diventate per me impraticabili per questa ragione


da: G. V. Schiaparelli, Sul metodo del lavoro intellettuale, 1907

Crediti: Fotografia di Mario Carpino scattata dai tetti dell’Osservatorio nel marzo 2010.