
29 aprile 1856
Carissimi genitori,
vi scrivo affinchè colla cassetta ci mandiate alcune cose che ci occorrono.
Primieramente degli asciugamani dei quali siamo affatto senza. Dei calzetti e delle camicie in abbondanza dovendo tutti i giorni prendere un bagnato di sudore e star non meno di cinque ore al sole con quelli dell’Istituto tecnico.
Il pestare i prati e i campi ha fatto sì che ho stracciato le mie scarpe migliori: vi prego dunque di farmene fare, altrimenti sarò obbligato a comperarmene qui.
Similmente il fracco ha i bottoni guasti perchè non sono altro che una ruota di legno vestita di seta. fate il piacere di mandarne 3 o 4 che possa mettere in luogo di quelli che non servono più. Il loro diametro è quello del circolo qui vicino, affinchè sappiate di qual grandezza vanno.

Tutti stanno bene.
Ieri si è pubblicato il Trattato di Pace. I Piemontesi si grattano.
vostro affezionato figlio Giovanni Virginio
P.S. Il Congresso di Parigi, che si concluse con la firma del Trattato omonimo, si tenne tra febbraio e aprile 1856, atto conclusivo della Guerra di Crimea. Il conte di Cavour sedette al tavolo delle trattative come rappresentante del Regno Sabaudo; non ottenne vantaggi territoriali ma portò per la prima volta all’attenzione internazionale la situazione dell’Italia oppressa dall’Austria.
Crediti: Archivio Storico dell’Osservatorio astronomico di Brera, Fondo G. V. Schiaparelli.